il buddhismo theravada

 
 

 

 

 

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Anatta (pali)

 

(anatman sans.). La dottrina essenzialmente buddhista del non-sè, non persona, il contrario di pudgala, uno dei ’Tre Segni dell’Essere’ insieme all’anicca e al dukkha. La dottrina del non-isolamento di tutte le forme della vita, è opposta a quella di un’anima immortale, ma concede l'ipotesi di un'anima personale. Questa dottrina., riferita all’uomo, afferma che nei 5 kandha componenti la personalità non vi è un ego o un sè etermanente, in nessuna delle facoltà umane può trovarsi un'entità permanente, non soggetta all’anicca e al dukkha. Ciò che fa parte di un essere umano non è immortale; ciò che è immortale e immutabile non è possesso di alcun essere vivente. La Realtà che si trova dietro il flusso del samsara, è un’unità indivisibile e non si può possedere una parte isolata di esso. L'anatta (anatman) è per il buddhismo ortodosso ciò che l'atman è per tutte le religioni compresi il buddhismo mahayana e vaurayana con qualche sfumatura per le scuole zen e tendai  

Tra tutte le sette eterodosse che nacquero in contrapposizione all'antica religione brahmana, vi ?l buddhismo che si pone esattamente all'opposto della credenza nell'anima. In questa dottrina si sviluppa l'idea dell'Anatta (Anatman  sans.), cio?ella non-anima, del non-sè® Alla base di questa posizione filosofica, che ?na delle concezioni centrali del buddhismo, c'?a propensione a considerare l'essenza dell'uomo come il risultato di una serie di interazioni esclusivamente fisiche e al mutare delle interazioni muta anche quella sensazione di essere che viene definita "io". Nella dissolvenza degli elementi causata dalla morte, si ha dunque anche la dissolvenza del s?ome anche il mutare delle interazioni degli elementi durante la vita determina il mutare dell'io insomma, richiamando i concetti della fisica moderna, "... tutto si trasforma". Questa peculiare caratteristica di vedere l'uomo come il risultato di combinazioni di elementi "khandha" strettamente dipendenti dal resto dell'universo, rendono l'esistenza dell'uomo limitata al "qui ed ora", c oncetto sviluppato in seguito dalla scuola Zen, dunque priva di quell'immortalit?he in un modo o nell'altro, ogni religione cerca di dare all'uomo. Il buddhismo theravada col concetto di anatta si pone al di fuori di tutte le religioni prendendo la nomea di "religione atea", "religione" perch?a una rigorosa disciplina morale e sociale comune a tutte le religioni rispettabili, "atea" perch?el buddhismo ortodosso manca sia dio (con tutto il seguito trascendentale) che l'anima, essendo una disciplina che tende a curarsi esclusivamente dell'uomo e della natura ad esso strettamente correlata cercando in tutti i modi di evitare speculazioni su temi che portano ad opinioni senza fine.

(Vedi glossario Attavada, Ego, Sakkaya).

 

 

pudgala

(sm. sans.) persona. Concetto che nel buddhismo fu oggetto di vivaci dispute e port?nche alla formazione di correnti eterodosse. Secondo il pensiero ortodosso il p. era qualcosa di fittizio, che non aveva collocazione nella realt?uale essa effettivamente 讠I personalisti invece sostenevano che oltre al dharma impersonale esisteva anche un principio personale, che entrava in composizione con l'essere, e quindi la persona era una realtଠche stava a fondamento dei vari processi che venivano attuandosi in un individuo, per cui egli rimaneva sempre identico a se stesso pur nel mutare delle vite, RITORNA

 

 

anicca

’Impermanenza’; una delle tre caratteristiche di tutta l’esistenza, insieme al dukkha e all’anatta. Il Buddhismo Theravada insegna che tutto ?oggetto alla legge della causa ed effetto (paticcasamuppada), che ?reato dalle cause precedenti e che ? sua volta causa di effetti successivi. Nell’esistenza, quindi, non vi ?na condizione immutabile dell’essere, ma solo un flusso in continuo divenire, RITORNA

 

 

dukkha

Comunemente tradotto con ’sofferenza’ o ’dolore’, ma nessun termine occidentale copre l’estensione del pali dukkha. Normalmente ?esso in opposizione a sukha (Felicita’, ’benessere’, ’tranquillitণ146;), l’opposto di dukkha, ’sofferenza’. Dukkha significa ’malessere’ nel senso di sconforto, frustrazione e disarmonia con l’ambiente. Il dukkha ?a prima delle 4 Nobili Verit༯b>4 Nobili Verit༯b>, ?no dei tre Segni dell’Essere, o Caratteristiche dell’Esistenza, insieme all’anicca, l’impermanenza, e all’anatta, llirrealta del sé® Il dukkha ?n gran parte I’effetto della reazione dell’uomo all’anicca e all’anatta. Ne segue che l’esistenza non pu?ssere interamente separata dal dukkha, e che la completa fuga da esso ?ossibile solo attraverso la liberazione dalla ruota della nascita e della morte. Il dukkha ?’ultimo anello della catena dell’Originazione Dipendente o concatenazione causale Paticcasamuppada che inizia con avijja (ignoranza), detto jaramarana, vecchiaia e morte, ed ?aratterizzato come inseparabile dal dolore, dal lamento, dalla tristezza e dalla disperazione. RITORNA

 

 

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