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Argomenti di Obiettivi

Le origini franco-venete
Gli effetti della grafia italiana
Gli scrittori veneti
La grafia goldoniana

La scarsità di scrittori veneti

Ecco un articoo del prof. Luca Binotto dove spiega chiaramente il percorso storico della lingua usata dai nostri scrittori e in particolare il motivo per cui, forse, non si è mai giunti alla codificazione ufficiale della lingua veneta.

Riferendosi alle varie grafie usate dai nostri scrittori per scrivere in lingua veneta, egli dice:

 

sono tutte scelte ortografiche tutt'altro che prive di ambiguità ed incongruenze, come mostra la chiara disamina delle grafie storiche del veneziano fatta da Canepari. Certamente si è preferito "appiattire" la ricchezza intrinseca della lingua, in questa ottica va letta la scelta di rendere con un sempllice "Z" l'arcaico [dz], [ts] etc.
Si consideri che Goldoni voleva si avere nel Mondo e nel Teatro la sua guida, ma i suoi spettatori erano la aristocrazia e, in maggior parte, la borghesia veneziana la quale parlava un veneziano toscaneggiante. 

Ciò di cui ammiriamo di Goldoni é:
- la capacità di rendere realisticamente uno spaccato del costume e della società  dei suoi tempi.

- l'aver comunque ,pur in questa forma snaturata (o imborghesita), elevato all'Arte una parlata che nel primo Settecento aveva subito una violenta forma di rigetto.
Non già chiediamo al Goldoni di essere una disamina della ortografia veneta, tanto più che le Opere che scrisse più per una lettura che "per fissare le "maschere" egli stesso spesso le ritradusse in perfetto fiorentino. Purtroppo nessuno saprà mai, ad esempio, come avrebbe pronunciato la sua parte il Sacchi nel fare l'Arlecchino od il Brighella o il Pantalone. La confusione "storica", che è destinata a non essere del tutto fugata è dovuta al fatto che purtroppo Venezia si espresse soprattutto nelle arti figurative (in particolare pittura e scultura) piuttosto che nelle Lettere, e questa resta ,a livello teoretico, una sconfitta storica... Venezia é pressocché orfana di poeti (rispetto il numero che portò in Toscana alla fissazione della  "lingua del Popolo" in "lingua strutturata". I criteri che oggi i più (che hanno ricevuto una istruzione formale) pretendono di richiedere ad una lingua per essere tale, allora erano semplicemente assurdi perché quelli che allora erano i più, erano analfabeti. Chissà quante "villote" sono state composte nei secoli, e chissà quante sono andate perdute.
Il problema grafemico deve essere affrontato confrontando testi antecedenti il Rinascimento e la cosa, ovviamente, è assai complessa, tanto più che non esistono già quasi ristampe di opere di tempi relativamente più recenti .Mi immagino poi l'andar per archivi in Italia....

 

 

Appurata l'obiettiva difficoltà nel reperire documenti classici antecedenti il Rinascimento riportanti la fonemica realmente esistente nelle parlate venete, dobbiamo per forza ritenere i suoni che oggigiorno ancora sopravvivono nel Veneto, la primaria fonte fonetica da cui attingere per la ricostruzione di una ortografia esclusivamente veneta. Si suppone che i fonemi di oggi derivino direttamente da quelli pronunciati anticamente, non è facile, infatti, perdere o sostituire la propria lingua materna, soprattutto nella storia precedente la moderna rivoluzione mediatica e nelle comunità rurali. A favore di questa supposizione sono la sintassi e il lessico che da quei tempi ad oggi sono rimasti pressoché inalterati. 

Alla luce delle suddette considerazioni va, dunque spostata l'attenzione  dalla lingua toscaneggiante dei borghesi veneziani alla lingua realmente parlata dal popolo, tanto più se consideriamo l'intero territorio venetofono (ex Serenissima Repubblica) che l'esiguo numero di letterati non può rappresentare con soddisfazione. 

Per ricostruire dunque la lgrafia veneta non è sufficiente il materiale storico disponibile, l'uno (quello toscanizzante del Goldoni) perché poco rispondente alle esigenze fonetiche della lingua veneta e l'altro (di autori più antichi) perché scarso e irreperibile. Bisogna ricorrere ad astuzie tecniche giocando coi simboli grafici, come quelli proposti con la Grafia Veneta Riformata, per rappresentare adeguatamente i fonemi. 

 

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