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LINGUA MATERNA
- La vera
ricchezza dei Popoli
Articolo
pubblicato martedì 15/06/04 ne IL
GAZZETTINO ed. Nazionale.
La
lingua materna
(lógos),
considerata da alcuni studiosi come la vera ricchezza dei Popoli in ambito
culturale, è uno dei
caratteri distintivi delle Etnie e molte di esse si curano della propria
come fanno anche Tirolesi, Friulani, Ladini e Cimbri a noi Veneti vicini,
i quali praticano orgogliosamente il bilinguismo.
Nel Veneto la tendenza va controcorrente per l’indifferenza che molti
Veneti mostrano nei confronti della propria cultura.
Pazienza se a
mostrarsi indifferente è la massa incolta, preoccupano piuttosto alcuni
insegnanti delle scuole primarie che favoriscono la perdita della lingua
originaria giungendo fino ad imporre agli alunni l'uso dell'italiano anche
fuori dell’ora di lettere, previe minacce di note sul registro e altro.
E molti sprovveduti genitori, quasi sempre plagiati dall’autorità
scolastica, stanno al loro gioco senza sapere che la lingua materna
infonde nei giovani, proprio nell'età più sensibile all'apprendimento
qual è l'infanzia di un individuo, sicurezza ed equilibrio della
personalità, emozioni e sentimenti irripetibili.
L'educazione materna è immediata e spontanea ma così non è usando una
lingua la quale costringe la mamma a pensarci due volte ogni volta che
parla, per non dire castronerie. Per un Veneto, l’italiano è una lingua
straniera malamente imparata a scuola o dalla tivù ed usata con una tale
scarsità di vocaboli da rendere il dialogo in italiano, tra Veneti, privo
di validi contenuti e spesso ridicolo.
Questi genitori che
non usano il proprio disinvolto linguaggio popolare con i figli, fanno
violenza sottraendo loro la naturale ed importante "sensazione di
appartenere ad un gruppo ancestrale, ad una tribù, ad un Popolo" (geneá),
il che induce i giovani a cercare compagnie dove i membri si capiscono al
volo. Cosa elaborerà la mente di un bambino attorniato da familiari che
gli rivolgono la parola in una lingua diversa da quella usata normalmente?
Se il bambino è "stupido" forse non elaborerà niente, egli ha
già il suo handicap e imporgli l’italiano non gioverà a nulla, ma se
è sensibile ed intelligente sicuramente subirà delle conseguenze
negative.
Auguriamoci che l'imposizione dell'italiano nelle scuole sia un fenomeno
circoscritto a pochi superficiali insegnanti e non sia frutto di volontà
ministeriali, altrimenti vorrebbe dire che siamo vittime di una delle
aberranti epurazioni etniche praticate nel corso dei secoli dai
conquistatori sui Popoli vinti.
Paolo Pegoraro 10/09/2003