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LA LINGUA DEI VENETI

Dal libro "farei del Veneto una repubblica indipendente - Ge xe ne

   (...)

Queste concezioni venete della donna le vedremo influenzare anche la lingua.

La lingua non è mica fatta soltanto di segni grafici, essa si trascina appresso anche il carattere di un Popolo e, come abbiamo visto, anche la religione. Trovo, infatti, difficoltoso mettere nel giusto posto i concetti espressi finora, come, ad esempio, i nomi delle cose che starebbero bene anche in questa sezione. Attraverso lingua si può saggiare anche la psicologia collettiva del Popolo che la parla. Vi faccio ancora un paio di esempi prendendo come protagonisti di nuovo la Donna e gli Animali.

Este, stipe del santuario di Reithia. V-IV sec. a.C. Largh. Della tavoletta cm 20,8

Modelli in bronzo di una tavola alfabetica per l’insegnamento della scrittura venetica e di uno stilo scrittorio.Sulla tavoletta sono incise lettere alfabetiche ripetute, serie di nessi consonantici e iscrizione con dedica del devoto Votltiomnos Juvants Ariunts alla dea Reithia; sullo stilo serie di lettere ripetute.

·       La Donna 

Le professioni in italiano vengono declinate al maschile: l’avvocato Antonia, il dottore Giovanna, l’ingegnere Maria, il sindaco Ginevra ecc. In Veneto invece questo fenomeno un tempo non esisteva, anche se adesso, dopo 133 anni d’imposizione di regole estranee alle nostre tradizioni, è un po’ in disuso l’abitudine di dire: l’avvocata, la notaia, la ministra, l’assessora, ovviamente in lingua veneta.

Da noi si declina al femminile perfino il cognome, proprio come fanno i russi; si dice per esempio Feltracco e la Feltracca, Barichello e la Barichella, Morosin e la Morosina, Buson e la Busona. Ciò è blasfemo per gli italiani pregni del loro atteggiamento maschilista, per loro non si può perché la donna è inferiore.

Una curiosità che ho potuto verificare anche in un “Maurizio Costanzo Show” è questa: solamente nel Veneto la donna mantiene il cognome originario, cioè quello che aveva da ragazza, anche dopo il matrimonio. Ricordo ancora adesso lo stupore e la meraviglia che ciò suscitò in quel programma.

Questa cultura della donna purtroppo sta scemando anche da noi per dare spazio alla forzata uniformazione culturale voluta dai potenti.

·       Gli Animali

Anche in questo caso la nostra lingua parla chiaro: per noi Veneti non c’è alcuna distinzione tra gli organi del corpo umano e quelli degli animali. Questo conferma ciò che si diceva a riguardo della religione animalista. Per noi tanto è il muso dell’uomo quanto quello degli animali, gli italiani distinguono con muso e viso, noi diciamo “ossi” in ambedue i casi, gli italiani no, loro dicono “ossi e ossa”, per noi le orecchie sono sempre le orecchie, gli italiani invece tengono a specificare tra l'orecchio e l'orecchia ecc.

Finora ho parlato della lingua veneta come espressione comunicativa del nostro Popolo, adesso mi piacerebbe anche far capire che la nostra è da considerarsi anche una Lingua vera e propria.

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