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Introduzione Obiettivi GVR Ortografia Fonetica Morfo-sintassi Lessico Esercizi Letture Norme EXTRA

Argomenti di Introduzione

Domande frequenti
Il veneto escluso dalla tutela
Opinioni sui dialetti (1)
I pregiudizi popolari

 

Cominciamo questo CORSO DI LINGUA VENETA ON LINE proponendo allo studente una serie di domande e riposte sul tema linguistico.

Il dialogo proposto è inventato ma perfettamente realistico in quanto riporta questioni ricorrenti nelle discussioni del genere trattato in questo Corso. 

Ed ora iniziamo ad esplorare in forma sintetica quanto verrà successivamente approfondito.

 

(NOTE: 1) fare clic sulle domande per evidenziare le risposte. 2) Le domande evidenziate in giallo sono in fase di correzione)

 

  1. Quale è lo scopo di quest'opera multimediale?

    1. "Una lingua che non viene insegnata è una lingua che viene uccisa, tanto più quando al suo posto se ne insegna un'altra" denunciava Roland Breton, nella sua "Geografia delle lingue" e questo è quanto sta capitando alla lingua veneta. Lo scopo di quest'opera è quello di spingere i veneti a salvare la propria lingua materna.
    2.  
  2. Pretendere che quest'opera avvicini la gente alla lingua veneta non è un po' presuntuoso?

    1. Si, avvicinare i veneti alla propria lingua affidandosi solo ad un sito Web è molto presuntuoso, uno perché Internet non ha ancora raggiunto la popolarità dovuta, due perché è difficile far cambiare i comportamenti alla gente dopo una certa età.
    2. Per mantenere viva la cultura popolare l'unica possibilità, che abbiamo al giorno d'oggi, è offerta dall'insegnamento scolastico, un compito che solo governanti e insegnanti possono garantire ai loro cittadini.
    3.  
  3. Perché i politici non si occupano di questo aspetto della vita sociale?

    1. I politici per definizione dovrebbero "guidare" i loro cittadini alla conquista del benessere sia fisico che mentale. Molto spesso capita, però, che i politici si facciano guidare dalle voglie dei cittadini stessi i quali, specialmente in questi anni, sono orientati quasi esclusivamente verso il benessere economico. 
    2. Se ai cittadini poco importa della propria lingua sarà difficile che un politico comprometta la propria carriera promuovendo iniziative di scarso interesse pubblico.
    3.  
    4. In verità qualcosa è stato fatto. Nel 1994 la Regione Veneto istituì, proprio per l'insistenza di alcuni politici, una commissione scientifica presieduta dal prof. Manlio Cortelazzo (ex docente dell'Università di Padova) col compito di elaborare una grafia per la lingua veneta. Il risultato fu la stesura del Manuale della Grafia Veneta Unitaria (GVU) pubblicato nell'anno successivo. 
    5. Ora siamo nel 2007 e le iniziative rivolte alla valorizzazione della cultura veneta si sono moltiplicate, chissà che giungano anche i risultati concreti.
    6.  
  4. Se è già stata fatta una grafia unitaria occorreva farne un'altra?

    1. La GVU è la raccolta, in forma grafica, di tutti i fonemi veneti esposta in maniera scientifica. Da questo punto di vista tale grafia è assolutamente impeccabile. 
    2. Quello che fa discutere è il voler mantenere a tutti i costi il legame con le regole ortografiche valide per l'italiano anche se queste mettono a rischio la corretta scrittura della lingua veneta. 
    3.  
    4. Un esempio tra i tanti:
    5. in italiano il digramma >sc< di scimmia quando è seguito dalle vocali >i< e >e< assume un terzo suono differente dai suoni di ognuna dalle due lettere che lo compongono. 
    6. In veneto, invece, la S e la C accostate non esprimono mai, in nessun caso, il suono che è stato stabilito per lo >sc< italiano, semplicemente perché questo terzo suono non esiste nella fonetica veneta. 
    7. Adottando, dunque, la grafia italiana per scrivere parole venete contenenti >sci< e >sce<, noi veneti siamo costretti a usare degli strani artifici come, ad esempio, >s-ci< e >s-ce<, oppure >s'ci< e >s'ce< per non commettere errori ortografici .
    8. Ma se noi veneti non pronunciamo il fonema italiano >sci< e >sce<, perché mai dovremmo scrivere s-cioxo piuttosto di scioxo? Oppure s-ciantixo e S'cexor invece di  sciantixo Scexor
    9.  
  5. Oltre alle limitazioni ortografiche quali altri problemi comporta l'uso della grafia italiana alla lingua veneta?

    1. Il più classico dei problemi. La lingua veneta scritta anche parzialmente in grafia italiana assume una forma che la fa apparire una brutta copia dell'italiano e non una vera lingua autonoma con tanto di ortografia propria.
    2.  Inoltre, così facendo, si espone ancor di più la lingua veneta al pregiudizio popolare che la vede come una variante volgare dell'italiano.
    3.  
  6. Non è più facile per i veneti, che da tempo usano la lingua italiana, accettare le regole dell'italiano? 

    1. L'obiettivo di una grafia non è quello di soddisfare i bisogni della gente, ma è quello di rappresentare nel miglior modo possibile il loro linguaggio verbale.
    2. Si, per un veneto italiano è più facile scrivere in veneto con la grafia italiana, ma ciò procura inevitabili errori ortografici nello scrivere la lingua veneta. E' inaccettabile commettere errori ortografici solo per la pigrizia di imparare qualche regola linguistica nuova.
    3. La Grafia Veneta Riformata propone solamente una manciata di differenze ortografiche dall'italiano paragonabili alle differenze che hanno il portoghese e lo spagnolo. Se un veneto, già padrone della propria lingua veneta, entra in crisi per così poco è evidente che il problema prescinde dalla facilità di apprendimento.
    4.  
    5. La domanda, però, porta a galla un aspetto sconosciuto molto più importante del precedente. 
    6. Come i veneti italiani sono indotti a italianizzare la propria scrittura anche i veneti-brasiliani e i veneti- messicani sono orientati ad adoperare le regole ortografiche delle rispettive lingue nazionali: portoghese e spagnolo.
    7.  Ma non è più logico, viene spontaneo chiedersi, elaborare una grafia neutra, 
    8. indipendente dalle altre lingue e unitaria per tutti i veneti, piuttosto di confondere le idee scopiazzando le ortografie di altre lingue? 
    9.  
  7. Cosa centrano portoghese e spagnolo con la lingua veneta?

    1. Centrano esattamente quanto centra l'italiano col veneto. 
    2. Noi ora stiamo parlando e operando dal Veneto dove la lingua di Stato è l’italiano pertanto questa, per i veneti italiani, è la lingua condizionante. Non dimentichiamo, però, che esiste una importante comunità veneta in Brasile, numericamente paragonabile ai venetofoni italiani (vedi Veneti in Brasile (statistiche), la quale è soggetta, ovviamente, all’influenza del portoghese. 
    3. Un’altra importante comunità, meno numerosa di quella brasiliana ma molto compatta ed attaccata alle tradizioni venete, è situata in Messico (Chipilo) e questa, a sua volta, è soggetta all’influenza dello spagnolo. 
    4. E' dunque necessario convincersi che il veneto, almeno quello diffusamente parlato. deve fare i conti con tre diverse realtà linguistiche.
    5.  
  8. Non è una novità che alcune varianti della stessa lingua prendano nomi diversi da quelli d'origine come l'inglese- americano o l'inglese-australiano. Perché non accettare questa realtà anche per il veneto?

    1. E semplice, mentre gli americani e gli australiani quasi non si capiscono più con gli anglofoni del Regno Unito, sia i veneti brasiliani che messicani parlano correttamente delle varianti dialettali tuttora esistenti e prospere in Veneto. 
    2. La maggior parte dei brasiliani parla un misto di dialetti molto comuni e diffusi al Centro-Nord del Veneto corrispondenti, pressappoco, alle parlate della Pedemontana vicentino-trevisana. Praticamente il loro veneto è un insieme di Alto-pavan, Est-vicentino, Ovest-trevisano e Sud-Bellunese (leggi Veneti del Brasile (statistiche)). Mentre i messicani parlano il vernacolo della Bassa val della Piave, precisamente il dialetto di Segusino (BL).
    3. Dividere il veneto in  tre lingue quando si tratta di tre vernacoli della stessa lingua è, dunque, del tutto fuori luogo. 
    4.  
  9. Quando è nata l'idea di standardizzare una grafia veneta unitaria?

    1. L'idea nacque alla fine degli anni '70 promossa da un gruppo di appassionati amanti di storia e di cultura veneta i quali, tra le tante cose, diedero vita anche alla Società Filologica Veneta, ora dissolta, addetta allo studio della lingua veneta. 
    2. E' proprio questa Società a mettere le basi per quella che sarà, a distanza di una quindicina d'anni, la Grafia Veneta Unitaria e, parallelamente, la Grafia Veneta Riformata di questo Corso on line. 
    3.  
  10. Il veneto a volte è definito dialetto a volte è lingua, c'è differenza tra le due definizioni?

    1. In linguistica i due termini,lingua e dialetto, definiscono la stessa cosa, in questo testo, per convenienza, useremo i due termini come sono concepiti nel linguaggio comune cioè:
    2.  
      1. chiameremo lingua quei linguaggi verbali con struttura linguistica di chiara origine o evoluzione autonoma;
      2. chiameremo dialetto le parlate locali con struttura linguistica di chiara derivazione comune.
    3.  
  11. Cosa si intende con la frase struttura linguistica?

    1. Con struttura linguistica, meglio conosciuta come grammatica, si intendono i ‘codici arbitrari’ con i quali vengono studiati e codificati in forma scritta gli elementi costitutivi di un linguaggio verbale, essi sono:
    2.  
      1. i contenuti o oggetti (vocaboli) 
      2. le espressioni fonetiche (suoni) 
      3. le articolazioni e la forma delle frasi (sintassi). 
    3.  
  12. Quali variazioni delle proprietà della struttura linguistica permettono di definire lingua autonoma un qualsiasi linguaggio?

    1. Una lingua per essere definita autonoma deve differire dalle altre lingue, anche parzialmente ma in modo univoco, in ognuna delle tre proprietà che costituiscono la struttura linguistica:
    2.  
      1. le parole (lessico) devono avere un’evidente origine ed evoluzione storica autonoma;
      2. per rappresentare correttamente tutti i suoni (fonemi) con la scrittura devono essere necessari specifici segni grafici non disponibili in alfabeti di altre lingue;
      3. la costruzione della frase (sintassi) deve presentare forme che la rendono singolare rispetto alla sintassi di altre lingue.
    3.  
  13. Il veneto è un dialetto o una lingua?

    1. Si potrebbe rispondere impulsivamente dicendo che il veneto è una lingua perché:
    2.  
      1. è parlata,
      2. è storica, tramandata da più di 1000 anni e
      3. è culturale, testimoniata da numerosi documenti
    3.  
    4. e invece ci permettiamo di definire il veneto una lingua in base a precisi criteri scientifici. Per i linguisti il veneto è una lingua perché presenta qualità specifiche in ognuna delle tre proprietà grammaticali precedentemente descritte. Per verificare la verità di questa affermazione è sufficiente misurare quante e quali sono le differenze grammaticali del veneto dall'italiano e le differenze intercorrenti tra diverse lingue romanze
    5. Nel corso del testo vedremo che il veneto dista dall’italiano quanto dista dal catalano, dallo spagnolo o dal portoghese.
    6.  
    7. Esempi di differenze grammaticali tra lingue indipendenti.
    8. LESSICO – (variazione dello stesso termine in diverse lingue) VEN: soadha, ITA: cornice, POR: cornija, ESP: marco, FRA: corniche, ENG: cornice.
    9. FONETICA – (presenza dell’interdentale sonora Dh [ð] dell’ENG this, that; VEN: dherman, Dheyo, dhinkao; assente nelle lingue romanze prese come esempio.
    10. SINTASSI – (presenza della coniugazione interrogativa dei verbi) VEN:  komodo pàrlito? (komodo), Kôsa mànyeli? Assente nelle lingue romanze prese ad esempio.
    11.  
  14. Quando si può parlare di dialetto veneto?

    1. Si parla di dialetto veneto quando si fa riferimento a parlate locali che presentano differenze in maggior parte circoscritte alla pronuncia o a termini specificatamente locali. 
    2. Intuitivamente possiamo definire dialetti della lingua veneta tutti quei linguaggi che a un udente veneto, anche al primo contatto, risultano comprensibili e familiari, tanto quanto gli è comprensibile e familiare la sua stessa lingua materna. 
      In questa classificazione possiamo far rientrare, ad esempio, il veronese, il veneziano, il “be£umat”, il trevisano, il “ruigòt”, i linguaggi venetofoni dell'Est Lombardia, del Trentino e della Venezia Giulia incluso il triestino e il bixiak goriziano, nonché il veneto istriano, dalmato, il “talian” brasiliano e messicano e molte altre parlate che avremo modo di approfondire più avanti.
    3.  
    4. Esempi di differenze grammaticali tra varianti dialettali appartenenti alla stessa lingua veneta. 
    5. LESSICO - (variazione di un termine con lo stesso significato da Sud-Est a Nord-Ovest del veneto)  stroxo, troxo, trodo, trodho, tródhol, tróyol, troi, trùyol, trui (gli ultimi sette termini sono sinonimi usati indifferentemente dai parlanti in vernacolo asolano).
    6. FONETICA – In nessuna parlata veneta vengono pronunciate consonanti doppie. In tutti i veneti c’è la tendenza ad elidere la L (elle) intervocalica sia pure con varie sfumature fonetiche che vanno dalla L (elle) evanescente (area vicentina e alto-pavana) alla e indistinta [ë] (Veneto Sud-Ovest, Sud, Centro e Nord-Est) fino ad arrivare alla elle muta (stesse aree della e indistinta)
    7. SINTASSI – tutte le parlate venete presentano la coniugazione interrogativa dei verbi con l'utilizzo della particella clitica, forma grammaticale unica tra tutte le lingue romanze a confronto in questo Corso on line.
    8.  
  15. Allora, se il veneto è una lingua a tutti gli effetti perché non è riconosciuta ufficialmente?

    1. Non è vero. La lingua veneta da qualcuno è riconosciuta, ad esempio:
    2.  
      1. dall'UNESCO, Red Book of Endangered Languages del professor Tapani Salmiden (Università di Helsinky), (leggi anche UNESCO: SOS lingue in pericolo)
      2. dal SIL - Summer Institute of Linguistics  - Dallas, Texas - USA. The Ethnologue Languages of the World, 13th Edition; 
      3. indirettamente dal Consiglio d'Europa con Risoluzione del 16 marzo 1988, nel cui  preambolo della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie è stabilito che "il diritto delle popolazioni ad esprimersi nelle loro lingue regionali o minoritarie nell'ambito della loro vita privata e sociale costituisce un diritto inalienabile" 
      4. dal Consiglio Regionale del Veneto con Risoluzione n. 262 del 22/11/1999;
      5. Dal Consiglio Provinciale di Vicenza con pdl del 10/05/2005 (vedi Comunicato stampa).
      6. dalla commissione cultura del Consiglio regionale del Veneto con approvazione della pdl del 08/02/2006, per tutelare, valorizzare e promuovere il patrimonio linguistico e culturale del Veneto.
        1.  
        E indirettamente:
        1.  
      7. dalla Regione Veneto pubblicando il Manuale di Grafia Veneta Unitaria nel marzo 1995;
      8. da autorevoli linguisti che riconoscono il veneto come lingua collocandola tra le lingue romanze occidentali;
      9. da luminari della cultura come Maria Montessori e Dante Alighieri entrambi i quali considerano la lingua materna un "potere vitale" (vedi anche IPSE DIXIT)
      10. e da molti cittadini di buon senso.
    3.  
    4. Non è invece riconosciuta dallo Stato italiano (vedi Legge 482/99 - art. 2);
    5. e da cittadini indifferenti alla cultura, o condizionati dalle mode del momento, o perseguitati da manie di grandezza i quali vedono nell'uso della lingua italiana un salto di classe. 
  16. Se l'amministrazione veneta si è mobilitata a favore della cultura veneta, perché non vediamo i risultati?

    1. E'brutto da dire ma è perché alla maggioranza dei politici, come alla stragrande maggioranza dei cittadini veneti, della propria cultura, delle proprie radici storiche non interessa un bel nulla. 
    2. Se i politici fanno qualcosa, lo fanno sempre e solo in funzione del proprio tornaconto. Sono maestri nel cavalcare gli orientamenti popolari del momento e, almeno per il presente momento storico, l'unico obiettivo dei veneti sono gli skêi, e solo gli skêi.
    3. In breve, quel poco di culturale che è stato prodotto dai politici, serve solo per dimostrare, ad eventuali "perditempo", che loro si sono mossi anche in campo culturale, ma niente di più.
    4.  
  17. Cosa si può dire a chi definisce il veneto un dialetto dell’italiano?

    1. Stando alla definizione di dialetto qui adottata, a chi la pensa così si può dargli ragione solo se si riferisce al linguaggio giovanile, ormai troppo italianizzato e prossimo al completo esaurimento sia delle regole grammaticali sia della ricchezza lessicale tipiche del veneto.
      Le ragioni che spiegano il declino di una lingua sono molteplici, le principali, quelle riguardanti il veneto, possono essere considerate le seguenti:
    2.  
      1. la corruzione linguistica che avviene nelle scuole per l’obbligo di imparare esclusivamente la lingua di Stato, 
      2. l’informazione mediatica divulgata, in Italia, quasi esclusivamente in lingua italiana 
      3. e, più subdola e devastante, la pratica diffusa tra le giovani coppie di imporre ai propri bambini l’obbligo di parlare la lingua di Stato anche tra le mura domestiche.
    3.  
    4. Data l'importanza dell'argomento toccato nel punto 3 di questa domanda, si consiglia di leggere alcuni articoli di autorevoli scrittori e linguisti riguardanti la lingua materna, raccolti nella pagina IPSE DIXIT di questo Web. 
    5.  
  18. Perché far parlare i bambini in italiano è così brutto?

    1. Un conto è insegnare al bambino l’italiano come materia scolastica alla pari della matematica o dell'inglese, un altro conto è imporglielo oltremisura cancellando, come risultato, la sua identità culturale.
    2. Siamo sicuri che al bambino faccia piacere perdere le proprie radici culturali?
      A parte questo, se a qualcuno fa schifo la propria identità culturale non fa altro che rinnegarla e abbandonarla, ma questa scelta è strettamente personale e non va imposta a nessuno, tanto meno ai bambini che non sono in grado di decidere alcunché.
    3.  
    4. La sostituzione forzata della lingua materna con l'italiano assume un tono drammatico quando è supportata da banali luoghi comuni come, ad esempio: "più mio figlio parla in italiano, meno confusione farà a scuola". 
    5. Questa è un'espressione che fa apparire il bambino in questione un portatore di handicap, un povero ritardato. 
    6. Siamo veramente sicuri che nella testa del bambino non ci sia spazio per la lingua materna, una semplice materia che non necessita di strutture scolastiche, né di libri e pagelle, quando, nella sua lunga vita da studente è costretto ad imparare decine e decine di materie scolastiche? 
    7.  
  19. È corretto definire il decadimento linguistico veneto un fenomeno evolutivo?

    1. Definire frutto dell’evoluzione un decadimento causato dell’uomo necessita di alcune riflessioni. 
      1. Per primo bisogna stabilire convenzionalmente quali sono, se ci sono, i confini tra evoluzione naturale ed evoluzione indotta  dall'uomo. 
      2. Bisogna poi tener presente che tutto ciò che combina l’uomo, sia nel bene che nel male, fa parte anch'esso della Natura, è impensabile, pertanto, escludere le azioni umane dalla sfera evolutiva. 
      3. potremmo
      4. Infine, dobbiamo anche stabilire se una lingua è così importante da essere ritenuta un evento naturale positivo, quindi degno di tutela.
    2. (...)
    3. Dalle riflessioni possiamo concludere che il problema non risiede nell'evoluzione in sè, ma nell'accettazione o meno, da parte dell'uomo, del modo con cui questo processo evolutivo avviene. 
    4. In breve: che una Civiltà venga conquistata, depredata, privata della libertà quando non sia, addirittura, definitivamente eliminata dalla faccia della Terra da popoli violenti, questo fa parte dell'evoluzione naturale. 
    5. Ma è moralmente accettabile che un Popolo sia "mangiato vivo" dall'ingordigia di altri esseri? 
    6.  
    7. Secondo gli attuali canoni morali far sparire la cultura di un Popolo rimpiazzandola con un'altra  è un danno recato a quel Popolo, è una rapina, quindi, un male.
    8.  Lo sradicamento culturale è generalmente un effetto della violenza fatta ad arte dai colonizzatori per sottomettere i Popoli vinti. Riuscire a vederci qualcosa di buono in azioni umane del genere ci vuole parecchia faccia tosta.
    9.  
  20. E' dunque giusto difendere una lingua?

    1. Pare proprio di sì visto che tutti i governi del mondo impongono lo studio delle loro lingue mettendole tra le principali materie d’insegnamento scolastico, e non perdono occasioni per esaltare le doti espressive dei loro poeti e scrittori.
      Le lingue, come pure le radici storiche, le tradizioni morali e altri aspetti scio-culturali, sono componenti che contribuiscono alla formazione e alla crescita dei Popoli.
    2.  Ogni Popolo dispone della propria personalissima combinazione di fattori distintivi, evolutasi da una minuziosa selezione naturale (vedi Etnia)
    3. L’omogeneità sociale rafforza la coesione del gruppo secondo il principio per cui “più il mio prossimo mi assomiglia, più simile al mio sarà anche il suo comportamento e questo mi tranquillizza”.
      E' naturale dunque che i membri di un gruppo omogeneo difendano il proprio patrimonio culturale rivendicando il diritto di vederlo riconosciuto e rispettato dagli altri. 
    4.  
  21. Perché alcune lingue vengono difese ed altre no?

    1. Abbiamo appena visto che l’omogeneità del gruppo dà sicurezza e stabilità interna, è automatico, dunque, che qualsiasi Stato multietnico tenda a ridurre le diversità interne privilegiando una sola lingua, una sola religione, una sola storia, una sola politica sociale ecc. Ecco che, tornando al nostro tema, le lingue in esubero devono essere tolte di mezzo perché potrebbero promuovere risvegli di coscienze nazionalistiche. 
    2.  
  22. È giusto difendere anche le varianti dialettali?

    1. Chi è sensibile alla tutela delle lingue avrà anche un occhio di riguardo verso le varianti dialettali di tali lingue. Si cadrebbe in contraddizione con quanto detto finora se come lingua nazionale rappresentativa di un Popolo venisse adottato un vernacolo piuttosto di un altro. 
      Per semplificare, si potrebbe scegliere il dialetto veneziano perché è il simbolo della veneticità oppure il dialetto pavano perché è il più parlato o anche il vernacolo asolano perché il più antico, niente di tutto ciò. 
      La soluzione a queste dispute è stata brillantemente risolta con l’invenzione della Grafia Veneta Riformata (GVR) studiata appositamente per dare pari dignità a ogni parlata veneta.

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